Botte di Vino

Foglia Tonda…il biscotto del mattino!

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Il Foglia Tonda mi fa pensare ad un dolce biscotto stile “Mulino Bianco”; di certo uno dei nomi più simpatici nell’anagrafe dei vitigni autoctoni minori anche se la sua storia non è meno travagliata dei suoi “colleghi” descritti fin qui.

Diffuso nella Toscana meridionale e anche in Umbria da tempo immemorabile è citato dal Conte Giuseppe Di Rovasenda nel suo “Saggio per una ampelografia universale” del 1877, dove lo descrive nello storico Castello di Brolio del Marchese Ricasoli, a Gaiole in Chianti.

Breviglieri e Casini (1964) lo riferiscono presente nel Chianti e più di recente è stato identificato nelle vigne storiche dentro le mura di Siena con il progetto “Senarum Vinea” ovvero le vigne storiche di Siena, che ha avuto l’obiettivo di riconoscere e valorizzare il patrimonio viticolo autoctono e le forme storiche di coltivazione nella città murata a partire dal 2007 fino al 2012.

Dal 1970, il Foglia Tonda è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite e nel 1978 è stato omologato dall’Università di Firenze.

Le cause del suo abbandono vanno ricercate in quelle caratteristiche che invece oggi, con le moderne tecniche agronomiche, sembrano essere i suoi punti di forza: maturazione tradiva e notevole quantità di produzione, due fattori inconciliabili per i viticoltori del boom economico nostrano degli anni ‘60.

Ad onore del vero anche le scelte legislative del tempo non hanno aiutato, sia quelle per la creazione delle Denominazione di Origine Controllata che stabilivano le tipologie dei vitigni da utilizzare per la produzione dei vini, come anche le disposizioni dei vari Regolamenti Comunitari che fissavano per ogni provincia un numero limitato di varietà “autorizzate” o “raccomandate”.

E’ interessante sapere che è stato considerato un vitigno a sé stante fino a quando non si è resa disponibile l’analisi del DNA, che ha rivelato come il Foglia Tonda sia un’ibridazione (presumibilmente avvenuta in via naturale) fra una varietà di vite tuttora sconosciuta e il Sangiovese, da secoli largamente diffuso nei vigneti chiantigiani.

Oggi sono poco più di 20 ettari quelli dedicati alla coltivazione del Foglia Tonda in tutta la Toscana, suddivisi tra una quindicina di produttori (tra chi lo realizza in purezza e chi in blend).

Fattori di rinascita

Determinante è stato il lavoro svolto dal Dr. Paolo Storchi, che dalla metà degi anni ’90 in qualità di ricercatore della sede distaccata di Arezzo dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano, inizia un lavoro di studio e recupero del vitigno, nel Comune di Gaiole in Chianti, poco lontano dal luogo in cui era stato individuato per la prima volta nel XIX° Secolo ed anche nella provincia di Arezzo.

Il lavoro di reperimento di questa varietà locale si è sviluppato a partire da indagini di campagna nelle zone marginali dove era ancora possibile trovare forme di allevamento promiscuo risalenti all’inizio del secolo scorso.

Ma di per sé il valore culturale dell’operazione di salvaguardia storica di un antico vitigno da solo non basta a recuperalo dall’oblio e salvarlo dall’estinzione, servono infatti anche produttori volenterosi decisi ad investire tempo e soldi, ma soprattutto si deve trovare una chiave di lettura differente da dare a questa varietà, un ruolo ad hoc in un panorama vinicolo (quello toscano) già densamente popolato di etichette iper blasonate.

Tra questi “illuminati” la prima ad intuirne le potenzialità ed il ruolo nel contesto vinicolo toscano (ed internazionale) è Donatella Cinelli Colombini.

Nella sua azienda di Trequanda (SI) il Foglia Tonda arriva nell’anno 2000 sotto forma di 400 marze del Vitarium della Regione Toscana, che vengono innestate su viti adulte del vigneto “Boschetto”.

Dopo i primi buoni risultati si decide di replicare l’esperimento anche negli anni successivi con l’obiettivo di imparare a gestire l’esagerata produzione d’uva e ricercare il perfetto equilibrio vegetativo; utilissimi a questo fine, sono stati i corsi sulla potatura di Simonit e Sirch, i noti preparatori d’uva.

Il primo vino che Donatella riesce a produrre è a base di Sangiovese e Foglia Tonda con la vendemmia 2001 a cui da il nome di “Cenerentola”, perché la Doc Orcia, a cui appartiene, è una Cenerentola cioè la più giovane denominazioni fra le due “sorellastre” più grandi: il Brunello e il Vino Nobile.

Spinta dalla volontà di realizzare un vino simbolo della Val d’Orcia, un Supertuscan prima maniera, decide di optare per un blend, proprio per unire l’eleganza del Sangiovese con la potenza e la forza del Foglia Tonda.

Determinante anche in questo caso la conoscenza ed esperienza di professori del calibro di Attilio Scienza, che lo identificò come uno dei “figli” del Sangiovese e del Professor Cesare Intrieri che fornì alcune barbatelle innestate con le piante madri dell’Università di Bologna.

Ad oggi le poche aziende che lo producono provengono da territori e filosofie realizzative molto diverse avendo scelto di utilizzare il Foglia Tonda in ogni variabile possibile, da piccole percentuali in blend con il Sangiovese, oppure in purezza, utilizzando metodi tradizionali o biodinamici, ricorrendo alla barrique o all’anfora.

Molto interessante è stato il “Primo Forum del Foglia Tonda” realizzato nel 2019, fortemente voluto da Donatella Cinelli Colombini e i suoi collaboratori e con il preciso scopo di condividere i risultati e le conoscenze ottenute in questi ultimi quasi 20 anni tra tutti i produttori regionali di Foglia Tonda.

Il vitigno e il vino

Il Foglia Tonda, con la sua foglia “rotonda” a forma di padella e i sui grappoli grossi e piramidali, resiste bene alle malattie più note (peronospora, botrite e in parte anche all’oidio) e questo per un’ agricoltura moderna che tende al biologico e allo sviluppo sostenibile, non è un fattore da sottovalutare.

Data l’abbondanza produttiva è più adatto un terreno povero che ne limiti l’esuberanza vegetativa.

I terreni argillosi particolarmente fertili sono dunque meno adatti rispetto a un terreno a prevalenza sabbiosa o scisti di galestro che rimangano comunque molto magri e ricchi di scheletro.

Il Foglia Tonda produce vini di notevole ricchezza polifenolica, caratterizzati da un’acidità spiccata e una buona vocazione all’invecchiamento.

Di colore rosso granato scuro, al naso rivela intensi aromi di viola, piccoli frutti rossi e prugne secche. In bocca il sorso è sempre pieno e corposo con una notevole persistenza gusto olfattiva.

Dona verticalità, ricchezza aromatica, freschezza ed eleganza al vino quando è usato in blend con il Sangiovese, ma sa esprimersi con eccellenti risultati anche in purezza.

Un assaggio di…

Foglia Tonda Toscana IGT 2016 – Azienda Mannucci Droandi 13,5%

Pigiatura soffice e fermentazione in tini di acciaio inox di media capacità, per azione dei lieviti naturali contenuti nelle stesse uve; lunga macerazione sulle bucce e malo-lattica in tini di cemento, attivata esclusivamente dai batteri naturali contenuti nei mosti; prosegue la sua maturazione in botti di legno di rovere (esclusivamente usate), per due/tre anni e poi l’affinamento in vetro per sei mesi.

La produzione attualmente di circa 1.800 Bottiglie per questo Foglia Tonda in purezza (100%)

Il colore è un bel rubino scuro, quasi inchiostro. Al naso si rivelano subito le note di arancia rossa e prugna poi quelle speziate (pepe nero su tutte), una balsamicità mentolata, il bastoncino di liquirizia, polvere di caffè, tabacco dolce da pipa per finire con un sentore erbaceo di fogliame di sottobosco.

In bocca il sorso è pieno ma il tannino è ancora un po’ troppo invadente segnale inconfondibile del carattere forte del Foglia Tonda; perfetta la tonalità sapida del finale con una retronasale che sa di salvia ed un’acidità decisa e persistente. 

Cenerentola DOC Orcia 2017 – Fattoria del Colle Trequanda di Donatella Cinelli Colombini 14,5% 

La svolta per la produzione di questo vino è l’annata 2015 quando, dopo diversi esperimenti, si comprende quale debba essere la giusta ricetta realizzativa per valorizzare al meglio il contributo del vitigno.

Questa versione è infatti un blend di Sangiovese (Brunello) e Foglia Tonda, che contribuisce per il 35%, con vinificazione in acciaio e 12 mesi di maturazione in legno grande e, in parte, in piccole botti.

All’inizio la maturazione del vino di Foglia Tonda avveniva solo in barriques poi è risultato evidente che il contenitore più adatto fosse il tonneau da 5 e 7 hl in rovere francese, esattamente come per il Brunello.

La produzione è al momento di circa 9.000 bottiglie.

Figlio di un’annata molto mediterranea e poco usuale da queste parti, versato nel calice è di un rubino molto intenso ed elegante. Il naso si apre ad un ventaglio aromatico ricco di frutti rossi maturi, fiori di viola, caffè, erbe aromatiche, la balsamicità è voluttuosa come la speziatura (pepe nero e ginepro in bacche).

Al palato il sorso è molto dinamico, esuberante: l’acidità è corroborante e si integra con i tannini ben gestiti e di pregevole fattura, notevole la profondità così come la sapidità che tiene il finale marcando inesorabilmente la provenienza dal territorio. Elegante e potente al tempo stesso, non longeva come la 2016 ma si saprà difendere.

Foglia Tonda Vino Biologico IGT 2014 – Azienda Guido Gualandi 13%

Azienda a conduzione famigliare che da anni si occupa (e preoccupa) del recupero delle tradizioni del territorio in cui è immersa, con pratiche esclusivamente biologiche e sostenibili.

A Montespertoli (FI) Guido Gualandi porta avanti con fatica e dedizione non solo il lavoro in vigna e il recupero degli autoctoni minori ma anche gli studi sulle selezioni di grani antichi scampati all’estinzione e la produzioni di oli “archeologici” come li definisce lui stesso.

Foglia tonda 100% e vendemmia tenuta tra l’ultima settimana di settembre e la prima di ottobre; nessuna diraspatura ed una fermentazione sulle bucce senza semi per più di 20 giorni.

Maturazione in piccole botti di rovere e sei mesi di affinamento in bottiglia prima della messa in commercio. Un’annata, la 2014, che non è stata così “horribilis” anche perché il minor grado alcolico e la maggiore freschezza regalano un vino molto più bevibile.

Sono 890 le bottiglie prodotte per quest’annata!

Colore rosso rubino con orlo granato, elegantemente scarico (pinottegiante). Al naso è intenso con sentori fruttati di prugna e mora selvatica seguono profumi floreali di rosa rossa e geranio, mentre la chiusura osa sullo speziatura scura, il selvatico e il sottobosco.

Al palato è un vino dal buon corpo, una struttura non invadente con dei tannini delineati ma tutto sommato “vellutati”. Equilibrato e gradevolmente persistente.

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Andrea Donà

Andrea Donà

Attraverso il mio blog non racconto solo di vino ma anche storie di uomini e di umanità, di sogni e di speranze, di idee visionarie e di grandi intuizioni.

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