Botte di Vino

La Vernaccia Nera…di Serrapetrona

Tempo di lettura stimato: 6 minuti

Oggi atterriamo, simbolicamente parlando, nelle Marche, per questa ennesima puntata del nostro viaggio alla scoperta degli autoctoni “minori”.

La Vernaccia Nera, infatti, è un vitigno a bacca nera coltivato proprio in questa regione, soprattutto nella zona di Serrapetrona in provincia di Macerata, dove ancor oggi se ne producono quantitativi limitati, tanto da poterla considerare una rarità sia dal punto di vista ampelografico che enologico.

La superficie vitata totale di questo vitigno stando alle ultime statistiche e report disponibili sembra attestarsi intorno ai 200 ettari

Basti pensare che nel 2012 il totale ammontava a circa 45 ettari, ovvero poco più di un quinto dell’attuale superficie e questo ci dà la dimensione di quanto importante e sentito in questa terra sia, negli ultimi anni, il tema del recupero di questa varietà.

Certamente non possiamo non considerare anche un certo “effetto moda” nelle scelte di impianto che i viticoltori locali stanno facendo nelle loro vigne. “Nel bene e nel male, purché la si coltivi”, verrebbe da dire, parafrasando una laconica quanto ampiamente diffusa citazione di Oscar Wilde o quanto meno il grande interesse e risonanza mediatica che si ottiene oggi parlando di mantenimento delle biodiversità.

Il termine “Vernaccia” sembra provenire dal latino “ver “, primavera, oppure da “vitis vernacula”, ossia “di casa”, come riportato dal Columella nella sua opera “De re rustica”.

Secondo altri il termine potrebbe essere di derivazione più recente e fatto risalire al vitigno di origine francese Grenache o dal suo sinonimo catalano Garnacha.

La presenza della Vernaccia Nera nelle Marche nei tempi passati è stata testimoniata dal Di Rovasenda (1877) che lo riporta come una delle migliori uve coltivate in regione.

Inoltre, dal punto di vista genetico, è ormai certa la comunanza di origine, sia col Cannonau sardo che col Tocai rosso coltivato nel vicentino, anche se le tre specie continuano ad essere catalogate distintamente nel Registro nazionale varietà di vite.

Da alcuni documenti conservati negli archivi dell’azienda “Terre di Serrapetrona” è possibile identificare uno dei fautori della riscoperta di questo vitigno autoctono, ovvero l’enologo Federico Giotto che verso la fine degli anni ‘90 comincia un intenso lavoro di studio e di ricerca delle fonti documentarie, tra biblioteche ed istituti di viticultura.

La prima scoperta avviene nella biblioteca storica del Barone Spitaleri di Muglia: un annuario del 1893 dove la Vernaccia Nera viene identificata come miglior vitigno a bacca rossa delle Marche.

Da qui la vera e propria fase di studio sui vitigni e di lavorazione delle uve, condotta insieme a diversi collaboratori che operano in ambito internazionale.

Lo stesso Giotto afferma che: “Far rivivere la Vernaccia ferma (la spumantizzazione, per come la conosciamo oggi, intervenne solo nella seconda metà del ‘900) è come riscoprire le nostre tradizioni e prendere coscienza della unicità di un territorio”.

“È fondamentale battersi, – sottolinea sempre Giotto -, attraverso la valorizzazione dei grandi vitigni autoctoni italiani, contro l’omologazione dilagante che negli ultimi tempi ha penalizzato la ricchezza delle diversità e del gusto”.

La Vernaccia nera è utilizzata soprattutto per la produzione del vino Vernaccia di Serrapetrona DOCG, uno Spumante rosso ottenuto con la particolarità, unica nel suo genere, delle 3 fermentazioni.

Il processo di vinificazione prevede infatti di assemblare al vino base – circa il 60% del mosto che svolge la prima fermentazione – un altro 40% delle uve sottoposte ad appassimento in cassette o appese su graticci (fatte fermentare a parte) per procedere alla spumantizzazione con il metodo Martinotti, per l’ultima fermentazione in autoclave.

È possibile trovare la Vernaccia Nera non solo in purezza, ma anche in blend con altri vitigni, in numerose DOC locali come il Serrapetrona DOC e i Terreni di San Severino Rosso DOC. Mentre nei Colli Maceratesi DOC Rosso, quando utilizzata, lo è solo in percentuali minori.


Il territorio, il vigneto e la pianta

Il territorio di elezione della Vernaccia si individua nella zona interna delle Marche ai piedi dei monti Sibillini, ed in particolare nel comune di Serrapetrona che è il suo feudo incontrastato da secoli.

I rilievi collinari di queste zone sono caratterizzati da pendii ripidi, scavati e scoscesi, esposti ad Est e a Sud, caratterizzati da un suolo marnoso-calcareo con argilla bianca e fine, ricco di scheletro pietroso.

Questi terreni sono geologicamente derivati dalle dorsali calcaree che hanno prodotto calcari rupestri affioranti nella valle del torrente Cesolone che caratterizza tutto il territorio comunale.

I suoli adibiti a viticoltura presentano, infatti, un caratteristico terreno sottile e pietroso.

La denominazione Vernaccia di Serrapetrona DOCG è quindi compresa in un territorio piuttosto esiguo, corrispondente al comune di Serrapetrona, come già indicato, ma in parte anche nei comuni di Belforte del Chienti e di San Severino Marche, tutti in provincia di Macerata.

Per quanto riguarda il clima è alto collinare caratterizzato da temperature medie inferiori a 14°C e piovosità superiori a 800 mm annui.

Ad inverni abbastanza freddi, si alternano estati con importanti escursioni termiche, entrambe le stagioni sono mitigate dall’influsso del Mare Adriatico che dista circa 40 km.

Il terreno si presenta con elevate pendenze (40% dell’area adibita a coltivazione) che consentono alle piante (insieme all’esposizione) di ricevere una considerevole quantità di ore/anno di irraggiamento solare fondamentali per la realizzazione e conservazioni degli aromi primari dell’uva.

I vigneti mediamente sono stati impiantati sui 500 metri di altitudine ma non mancano coltivazioni a quote maggiori (700 metri sul livello del mare), il che consente un buon livello di ventilazione favorendo la sanità delle uve e la loro preservazione dagli attacchi delle muffe.

Una curiosità: i vigneti di Vernaccia Nera si trovano allo stesso parallelo di Montalcino ma con una esposizione completamente diversa oltre alla estrema vicinanza al mare.

Il grappolo è medio, di forma cilindro-conico e serrato; l’acino medio-rotondo o sub-rotondo ha una buccia di media consistenza (cosa che la rende adatta all’appassimento) di colore nero-violacea, mediamente ricca di pruina; la polpa sciolta, quasi molle, ha un sapore lievemente aromatico.

La maturazione è tardiva, parliamo infatti di vendemmie svolte nella prima metà di ottobre, per una varietà che ha una buona vigoria ed una discreta resistenza alle più comuni malattie (oidio, peronospora, etc).

Il Vino

Dalla vinificazione (secca) delle uve di Vernaccia Nera si ottiene un vino di colore rosso rubino non molto intenso mentre nella vinificazione a spumante, il vino si presenta rosso rubino con riflessi violacei, la spuma è fine e soffice.

Sempre nella versione secca, al naso arrivano intense le sensazioni di frutti di bosco, lamponi e more di gelso con lieve nota di viola e pepe nero, mentre in bocca rimane amabile e morbido con piacevoli note speziate che gli donano freschezza e sapidità̀ e ne rivelano l’inconfondibile carattere.

Un assaggio di…

Pepato DOC (vino biologico) 2017 13,5% Azienda Fontezoppa

L’etimologia della toponomastica italiana ha dentro di se quella poliedrica ed esilarante raffigurazione dei luoghi come credo accada in pochi altri paesi del mondo. Fontezoppa era il nome di un’antica fonte d’acqua che sgorgava laddove oggi invece si trovano i filari di questa azienda marchigiana.

Bellissimo rubino luminoso, al naso molto presenti le note pepate seguite da quelle più vegetali, erbacee, aromi delicatamente fumè e di legno arso con sbuffi finali che virano al balsamico-mentolato.

In bocca la gradevole acidità non riesce ad imporsi sui tannini un pò slegati e ruvidi.

Robbione DOC 2013, 15% Azienda Terre di Serrapetrona

La tenuta agricola della famiglia Graidi (giunta con Stefano alla quarta generazione) si estende per 66 ettari di cui circa 20 sono dedicati alla viticoltura. L’80% delle viti rappresentano il vitigno autoctono Vernaccia Nera e i vini sono prodotti esclusivamente con uve auto prodotte.

Il vino appare nel calice di un rubino ancora molto vivo con intensi riflessi granato, carico di aromi speziati, di pepe bianco e scuro, eleganti le  note di frutti e fiori appassiti ai quali si aggiungono i sentori di prugna cotta e amarene sotto spirito.

Un vino di corpo con i suoi tannini levigati e la spiccata mineralità sapido marina ereditata dal suolo, il finale è ancora speziato con accenni di tabacco e cioccolato, il gusto morbido e la persistenza fa presagire ad una vita ancora lunga per questo “ragazzo“ di 8 anni.

Vernaccia di Serrapetrona DOCG (Spumante Secco) 12,5% Azienda Alberto Quacquarini

L’azienda Alberto Quacquarini è il maggior produttore di Vernaccia di Serrapetrona Docg con i suoi 35 ettari di vigneto impiantati a Vernaccia Nera, impiegata quasi esclusivamente per la produzione di spumante, con solo uve coltivate in proprio.

Al timone oggi ci sono Monica, Luca e Mauro, i tre fratelli che hanno raccolto il testimone da papà Alberto e che lavorano appassionatamente insieme, per garantire il futuro dell’azienda di famiglia.

Come già detto, sono ben tre le fermentazioni volute per la produzione di questo spumante metodo Charmat/Martinotti.

Questo fa si che iI vino realizzato sia molto ricco, al naso, di aromi freschi e strutturati di frutti rossi mentre la fattezza del perlage è di buon livello con un gusto originale, facilmente identificabile.

Il sorso è leggero, beverino e facile da comprendere anche per i palati meno avvezzi.

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4 risposte

  1. Lettura piacevole dettagliata e molto interessante. Una bella descrizione su un vino che io amo particolarmente. Ho imparato cose che non sapevo sulle origini.
    Grazie Andrea

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Andrea Donà

Andrea Donà

Attraverso il mio blog non racconto solo di vino ma anche storie di uomini e di umanità, di sogni e di speranze, di idee visionarie e di grandi intuizioni.

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